Cantilene profane VI-VII
VI
[…]
Sei bello come il mare: la pelle chiara, basso
il tono, il volto
tondo, serpentini i capelli;
non voglio altro che mordere la tua psiche,
lentamente cibarmi delle tue polisemie,
anima complessa.
VII
Nudo, di sola pelle – e cambio pelle anch’io –
abbandoni l’asilo del piacere;
rivolgendoti sorridi, e presento la rovina della mia saggezza.
Sto fermo, m’incanto,
farfuglio cantilene imbalsamo
nel cervello la forma delle tue forme,
mentre tu simuli la fuga (sventura futura…).
S’insettembra un poco il candore
sul mio viso
al tramonto dei tuoi glutei
– alla porta poi avverto un odore domestico
di caffè: ti bacio
mi fai cantare una canzonetta
scordata, per cancellare il mondo
(noi le sole spoglie, noi l’unica cosa che conta
te ed io, io e te, mio amore).
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